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alla città della domenica, finalmente

Creato il 26 luglio 2014 da Aureliocupelli

alla città della domenica, finalmente
Quando ripenso alla mia infanzia, mi vedo sempre in macchina lungo la strada da San Miniato alle Marche.  Ogni anno, d'estate o per qualche matrimonio, i miei tornavano nelle Marche, ad Amandola dove è nata tutta la mia famiglia, o in qualche altro paese del Fermano dove abitavano i miei parenti. Ogni anno scoprivo che il paesaggio cambiava un po', ma soprattutto cambiava il tracciato, con le strade che si ampliavano sempre più, e nascevano tangenziali e circonvallazioni.
alla città della domenica, finalmente
Negli anni '70 si passava ancora dentro Perugia, e mi ricordo che sui tornanti di Ferro di Cavallo i miei di mi dicevano: —Guarda, per di là si va alla Città della Domenica—, io chiedevo di portarmici, me lo promettevano, ma non ci sono mai andato. Mi veniva raccontato che c'erano dei giochi fantastici, e che c'era anche il forte dei Cowboy e l'accampamento degli indiani. Quanto ci ho fantasticato sopra, sognato, giocato, e sperato.
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Oggi, alla mia età (48 anni), finalmente ce l'ho fatta!
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La Città della Domenica ha compito lo scorso anno 50 anni di storia, ed è stato di fatto il primo parco divertimenti d’Italia.
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Ad idearlo e realizzarlo è stato Mario Spagnoli, illuminato imprenditore perugino figlio di Luisa Spagnoli, la donna che ha inventato i Baci Perugina e creato l’omonima casa di moda. Originariamente denominata “Monte Pulito” per via della mancanza di vegetazione, la collina è stata rigenerata e resa produttiva attraverso operazioni di dissodamento condotte con cariche esplosive. In principio vi fu impiantato un uliveto.
In seguito, sulla sommità della collina, in panoramica, fu realizzata una Country House con tiro a piattello, punto di ritrovo per le gite fuori porta del fine settimana.
Poco alla volta, il parco si popolò di attrazioni per bambini, come il Fort Apache, il Cavallo di Troia e le case delle fiabe.
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Sul belvedere venne posto l’ingresso, con parcheggio e ristorante. Due pilastri di pietra, che sono lì ancora oggi, furono innalzati a segnare l’ideale entrata nel territorio del divertimento.
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L'apertura ufficiale al pubblico avvenne il 21 aprile 1963, la domenica successiva alla pasqua di quell'anno.
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Fin dalla sua nascita, il parco era rivolto soprattutto ai bambini e per questo fu realizzato un percorso ispirato al mondo delle favole con numerose attrazioni che è possibile ammirare ancora oggi, quasi identiche a quelle di allora. In tutto il parco sono poche le cose realizzate di recenti, ed anche le manutenzioni conservano un'aria molto vintage.
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Con la gestione di Mariella Spagnoli, subentrata al padre Mario nel 1977, il Parco si è volto più decisamente verso la conservazione di specie animali e l’educazione naturalistico ambientale senza però perdere il suo alone di fantasia e mistero.
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Con il trenino siamo giunti alla torre di Merlino, per visitare la Congrega delle Streghe e il castello della Bella Addormentata. Con il treno successivo, ne passa uno ogni mezz'ora, siamo arrivati fino al Villaggio di Pinocchio.
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Attraversato il ponte matto, ecco il Forte e l'accampamento degli indiani. Qui, emozionato, sono entrato dentro una delle loro tende.
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Sarà per l'orario da tardo pomeriggio, la brutta stagione di questi giorni con il cielo che minaccia pioggia, i pochi visitatori che incontriamo, ma ci sentiamo come girovagare tra le scene abbandonate di un vecchio film adolescenziale.
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